martedì 20 aprile 2010

In Italia Internet è poco diffuso: ergo siamo una massa di arretrati buzzurri (?)

Ho deciso di iniziare questo blog unendo due temi che mi interessano e affascinano moltissimo: Internet e le strutture sociali.

La mia riflessione parte da due articoli di uno dei siti di news informatiche che leggo più spesso,

Link 1

Link 2


Nel testo del primo articolo si tratta del ritardo italiano nell'implementare sul territorio infrastrutture di connessione al web, usando come indicatore la densità dei collegamenti a banda larga e di come gli italiani diano scarsa priorità economica ed attenzione alla proprio connettività. Secondo una ricerca Eurostat l'Italia sarebbe tra le nazioni peggiori per diffusione della banda larga sul territorio. In particolare zoomando a livello regionale si faceva notare come non vi fosse una proporzionalità o una qualsivoglia corrispondenza logica tra il PIL di una regione e la penetrazione nel territorio di internet, tanto che la Lombardia risulta essere paragonabile a regioni molto più povere, sia italiane che non, con 36 collegamenti ogni 100 famiglie. Per inciso, a me sembrano veramente pochi, io in Lombardia ci abito e se penso alle persone che conosco almeno l'80% internet in casa ce l'hanno.


E fin qui parliamo di dati. Ma cosa possiamo trarne? La conclusione su cui i vari commentatori del sito si sono buttati a pesce è che siamo un paese di vecchi, di arretrati, cosa dimostrata dal fatto che abbiamo il governo che abbiamo votato, il quale favorisce ignoranza e arretratezza. Aldilà della percezione emotiva di questo "odio" per il proprio paese, il punto è che le loro conclusioni non sono argomentate, tanto da rendermi difficile comprendere se si tratti di ideologiche invettive che prendono come scusa un dato negativo, o idee fondate espresse in modo un po' brutale. Quello che chiedo a chi legge, se la pensa come loro, è di spiegarmi questo punto di vista con una qualsiasi argomentazione razionale, purché sia socio-culturale, non politica, e basata su fatti almeno riscontrabili. Ve ne sarei grato.


Intanto espongo una paio di pensieri che mi sono balenati in mente, il blog promette epifanie, e epifanie avrete; tralasciando per un attimo indicatori e statistiche, calandosi nel senso comune,non è poi così scontata la relazione tra l'utilizzo di internet e il progresso sociale. Pensando ad esempio ai giovani, anche in Italia la categoria che più di tutte accede al web, dagli anni 80 (quando internet non era di largo utilizzo) a oggi non mi sembra che si possa parlare di un aumento sensibile della cultura, dell'etica, della capacità di socializzare o di altre caratteristiche nobilitatrici dell'essere umano.

Internet ha moltissimi utilizzi, e restando nell'ambito "ricreativo" visto che si parla di accesso ad internet delle famiglie, si potrebbero rapidamente dividere le più comuni in strettamente ricreativi (giochi online e pornografia), multimediali (youtube, streaming, podcasting), accesso e creazione di conoscenza (wiki, blog, forum), social networks, social bookmarking, e comunicazione (facebook, twitter, del.icio.us, ancora i blog, chat) , download di file (p2p, torrent, direct download). Ora, premesso che sono categorie estremamente sovrapponibili (facebook o youtube possono benissimo essere usati per accedere a conoscenza) parlando dei loro utilizzi più frequenti solo alcune di queste categorie presentano contenuti in grado di arricchire una persona, a mio modo di vedere essenzialmente quelle che riguardano la conoscenza (escludo per ora la comunicazione, mi spiego dopo); quindi internet arricchirebbe le persone se queste facessero almeno in parte uso di canali di accesso e creazione della conoscenza. Ebbene, nonostante questa sia la più importante innovazione del XXI secolo, a mio modo di vedere non sono molte le persone che lo fanno. La stragrande maggioranza, sia in Italia che all'estero, usano internet per scopi puramente ricreativi, per scaricare files, e, certo, per comunicare, ma la comunicazione su internet è in gran parte effimera e non essendo filtrata da quegli schemi sociali che ci impediscono di insultare una persona se l'abbiamo di fronte permettono il libero sfogo dei più abietti istinti comunicativi, pertanto non ritengo che la funzione comunicativa sia nel complesso fonte di arricchimento per l'essere umano.


Quindi usare internet o non usarlo è uguale? Assolutamente no, io ritengo che in internet alberghino potenzialità enormi, io stesso non saprei più farne a meno, e questo non ritengo sia un limite come sostiene qualche dietrologo (siamo cresciuti senza e non ne sentivamo la mancanza) bensì la simbiosi con un sistema che ti permette di conoscere, parlare, creare, automatizzare (questo blog spero ne sarà un esempio). E perchè così tanti italiani non lo usano? Sicuramente un po' di ignoranza c'è, però se come sostengo le finalità della maggior parte degli utenti su internet vi accede con finalità ricreative e comunicative, possiamo dedurne che molti italiani non hanno bisogno di ricrearsi e comunicare su internet. Perchè, e questa è stata la mia epifania, NON SONO SOLI. Nei paesi europei, soprattutto in Scandinavia o all'Est, le strutture sociali hanno ceduto, sempre che ci siano mai state. Lo possiamo dedurre dall'età a cui i giovani escono di casa e dalle cifre sul'accattonaggio giovanile, dai suicidi, dagli atti violenti, che colpiscono in modo molto più pesante quei paesi rispetto al nostro. In Italia, con i loro pregi e difetti, e sicuramente meno che una volta, famiglie e comunità locali reggono. Pertanto un giovane ma anche un anziano si troveranno molto meno spesso soli di quanto capiti a un coetaneo europeo. Naturalmente con tutti i distinguo del caso, la mia intenzione era di individuare una "tendenza".


Questo è quanto, a voi la parola, smontate o confortate le mie tesi senza pietà, dateci dentro. Spero di aver scelto un tema non banale, ma che ci riguarda da vicino, e spero in una discussione appassionata e produttiva.

Passo e chiudo.


Sulisenator

5 commenti:

Unknown ha detto...

A mio avviso i due articoli trattano l'argomento in maniera estremamente superficiale, senza dati certi e senza soffermarsi sulla effettiva utilità delle tecnologie messe a disposizioni di utenti per il 99% incapaci di comprenderne il funzionamento...
mi pare molto utile che ad una famiglia vengano erogati incentivi per connettersi alla banda larga, ma se da una parte ci sono genitori che nemmeno sanno accendere il computer, e dall'altra figli che usano la rete solo per restare ore e ore connessi a facebook a farsi i 'zzi degli altri, non si raggiunge lo scopo che la rete può offrire, ovvero fornire cultura, intrattenimento interattivo e facilità di accesso a servizi anche pubblici...
A mio avviso se non si è EDUCATI ad un utilizzo corretto di internet, così come di qualsiasi altra risorsa tecnologica e non a nostra disposizione, il rischio è di diventarne schiavi e di diventare ancora più ignoranti di quanto non fossimo prima...
sono sempre più convinto che in italia il problema non sia tanto avere o meno le risorse per realizzare i propri progetti, quanto avere o meno la capacità di gestirli correttamente e di comprenderne le reali potenzialità...

Unknown ha detto...

Molto interessante.

Unknown ha detto...

Molto interessante il discorso di Andrea, ossia l'aspetto educativo, troppo spesso dimenticato. In effetti non posso che concordare con lui quando sostiene che le potenzialità di internet vengono dissipate, a tutto vantaggio degli usi poco redditizi (umanamente parlando) se non vi è un'educazione degli utenti all'utilizzo di tale risorsa. Quindi sembrerebbe che, in totale disaccordo con le precipitose conclusioni di chi ha commentato gli articoli linkati (e numerosi altri), la priorità della governance non dev'essere potenziare le infrastrutture di connettività. Questo in Italia non darebbe i risultati sperati a causa della domanda già scarsa (agli italiani sembra non interessare troppo) e in altri paesi europei più affezionati al web si avrebbe un aumento degli utilizzi poco utili. Invece con un'educazione all'uso, palesando alle persone i concreti vantaggi che possono loro derivare dal web si avrebbe contemporaneamente un aumento dell'interesse e dell'utilizzo, e un indirizzamento dell'utilizzo verso pratiche che arricchiscono la persona.

é possibile impostare un'educazione all'web, i cui fruitori sarebbero in gran parte adulti? E come dovrebbe essere fatta? magari ci dedicherò un post, intanto ditemi la vostra.

Specifico solo che l'argomento è di mio diretto interesse, in quanto sono fermamente intenzionato a "educare" mia mamma, che a 50 anni guarda i computer con un misto di interesse (inizia a percepirne i benefici) e diffidenza.

Unknown ha detto...

Secondo me il vero problema è che spesso i bisogni della popolazione vengono fraintesi.
Non metto in dubbio che internet sia molto importante, e che certamente il futuro stia andando in quella direzione.
Tuttavia la famiglia italiana tipo ha moltissime incombenze da affrontare, e le spese sono sempre maggiori delle entrate.
Perciò è normale dare la priorità al bonus per la lavastoviglie piuttosto che alla banda larga.
Troppo spesso si ragiona da single, che vivono in casa con i genitori e che di questi problemi non ne hanno.
I nostri genitori invece, che hanno i piedi ben piantati per terra, sanno dare la giusta importanza e priorità alle cose, e sanno che pagare la lavatrice è meno futuristico ma sicuramente più utile rispetto ad avere una connessione più veloce.
Forse dovremmo riflettere su quali sono le reali necessità di un paese, dove le tasse e il costo della vita aumentano, ma gli stipendi e le pensioni restano uguale o addirittura si riducono.
Dal mio punto di vista internet è l'ultimo problema degli italiani.

Unknown ha detto...

Aggiornamento: ho scoperto questo interessante dato, che depone a favore dell'interesse degli italiani per internet!

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=105562

Sembra che il dominio .it sia il quarto più utilizzato al mondo, dopo .com, .net, e punto jp (giappone)

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